Il pericoloso marketing psicosociale di Fratoianni

Ma chi è Fratoianni di cognome e Nicola di nome? È un pisano del 1972, deputato alla Camera dal 15 marzo 2013 (a 40 anni) e segretario di Sinistra Italiana. La coalizione “Alleanza Verdi e Sinistra” ha ottenuto, nella competizione politica del 2022, il 3,5%.

Nel motore di ricerca Google, all’indirizzo di Wikipedia, si cita: Titolo di studio: “laurea in filosofia”; professione: “politico”.

Perbacco. Se Google, che è uno strumento tecnologico quasi universale, definisce il Fratoianni “politico di professione” allora deve essere vero che la politica è una “professione”. Si capisce, allora, come si faccia di tutto per esservi assunti; si capisce l’arrembaggio alle candidature (proprio come succede nei concorsi della Pubblica Amministrazione, anche di gente, senza arte né parte, che ha tanto da dire e poco o nulla da proporre); si capisce come nessuno voglia essere licenziato e faccia di tutto per rimanerci una volta entrato; si capisce come si sia di fronte alle dinamiche di una azienda classica, questa volta pagata dallo Stato, dove si fa carriera per anzianità; si capisce come venga valorizzato non il merito ma il “culto della personalità”.

Sarà questa la vera causa dell’astensionismo in massa?

Ma veniamo a noi.

Il 15 marzo 2023, Ansa.it pubblica una news titolata “Fratoianni, solo in Italia la patrimoniale è un tabù” e sottotitolata “anche Biden ha annunciato tassa del 25% sui redditi miliardari”. Il contenuto è incentrato su una esternazione del Fratoianni che ci piace riportare integralmente e commentare, con brevi pause, usando la “macchina della verità”.

Eccola: “Il presidente Usa Biden ha annunciato una tassa del 25% sui redditi dei miliardari per finanziare la riforma sanitaria e un lieve aumento del prelievo sui redditi superiori ai 400mila dollari annui. (“vera”, orientata ai redditi dei miliardari).

A Strasburgo, 130 eurodeputati hanno firmato una petizione per chiedere l’introduzione di una tassa sulle grandissime ricchezze in tutta l’Unione Europea: 1,5% sui patrimoni superiori ai €50 milioni (“vera”, orientata ai patrimoni supermilionari).

È incredibile non averne sentito parlare. Perché in Italia per troppi media, ma anche per una parte della politica progressista, la parola “patrimoniale” è ancora una bestemmia. (Opinione soggettiva; la nostra opinione è che la “patrimoniale” sia un furto di Stato).

E quindi non si pronuncia e non se ne parla… mentre proprio persino negli Usa, nella patria del capitalismo è caduto il tabù (falso, la costituzione Usa contempla solo la tassa sul reddito), in Italia si fa ancora molta fatica. Anzi avanza la flat tax e i favori fiscali ai più ricchi.

Eppure, dovrebbe essere chiaro che non esiste alternativa alla destra senza giustizia sociale, e non esiste giustizia sociale senza aumentare il contributo dei più ricchi per aiutare chi ha di meno. Ma fa così tanta paura questa cosa? (Chi definisce cosa sia la giustizia sociale? Fratoianni?).

Fine della esternazione. Fratoianni, impropriamente, usa gli USA (musicale la ripetizione del fonema), patria del capitalismo per sostenere che in Italia siamo “ingiusti socialmente”. È arrivato un altro filosofo vagante, professionista della politica, che vuole fare il giudice su come ciascuno di noi dovrebbe comportarsi.

Ma poi, da filosofo, cosa ha da proporre, se non altre tasse, ad un popolo già tartassato che, già vittima della politica di professione, è costretto ora a difendere la proprietà privata?

Sarebbe interessante capire quale visione di vita esprima il Fratoianni. Ci sembra, quella del vivere bene e senza problemi con il reddito e i benefici della “professione della politica”.

Ma vediamo come stanno le cose negli USA per capire se le esternazioni “politiche” di Fratoianni contro la proprietà privata siano indirizzate ad annebbiare la vista e il pensiero critico di un popolo risparmiatore.

Oggi il Debito Pubblico USA ha già raggiunto il limite di $ 31.400 mld fissato dal Congresso nel dicembre 2021, poco più di un anno fa. E già le proiezioni evidenziano una crescita di $ 19.400 mld nel prossimo decennio, a fronte di un PIL (2021) di poco più di $ 23.000 mld.

Significa che ogni anno il gettito fiscale non copre le spese: si chiama deficit. Sembra che sia un problema molto diffuso nel mondo.

Da dove arriva il gettito fiscale USA? Ovviamente dal fisco la cui riforma (Tax Reform ACT del 22 dicembre 2017) è entrata in vigore il 1° gennaio 2018 e prevede la tassazione di seguito citata:

1.      Redditi Societari: flat tax ad aliquota unica al 21%;

2.      Capital Gain (Redditi da capitale investito): flat tax al 20%.

3.      Redditi Individuali: 7 aliquote fiscali (da un minimo del 10%, poi 12%, 22%, 24%, 32%, 35% fino ad un massimo del 36%).

È ben chiaro come Biden, per sostenere le sue spese, abbia la necessità di incassare ulteriore gettito per contrastare il deficit annuale annunciato: l’ulteriore gettito necessario è stato calcolato in $ 3.000 mld all’anno.

Quindi propone, un aggiornamento della legge fiscale:

1.      aumento delle tasse sulle grandi imprese: flat tax dal 21% al 26,5%;

2.      capital gain: flat tax dal 20% al 25%;

3.      Redditi Individuali: aumento solo della aliquota massima dal 36% al 39,6%; cui si aggiungerebbe un’addizionale del 3% per i super ricchi, cioè quelli che guadagnano, all’anno, più di $5 mln.

Tante logiche da flat tax, ma la tassazione avviene solo sul reddito. Ma il reddito cosa è? Un profitto, ovvero incasso, acquisito per effetto di una attività.

L’ineffabile Fratoianni ha preso dunque un abbaglio? Infatti, sembra proprio che, in USA, venga tassato solo il reddito, da economia reale o da attività finanziarie. L’addizionale del 3% proposta da Biden non appare altro che un% in più, riservato solo ai ricchi, rispetto alle percentuali standard.

Ma, come mai Fratoianni paragona la tassazione sul reddito in USA alla tassazione sul patrimonio in Italia? Sembra proprio che voglia confondere il popolo italiano: fatto molto irritante se fatto da un parlamentare delegato dal popolo.

Ma ci calmiamo subito se ricordiamo sempre che la politica è una professione!

Cosa è la patrimoniale? È una tassa sulla proprietà, indipendente dal reddito prodotto da essa proprietà e indipendente dal reddito milionario o meno del proprietario.

Come si fa a calcolarla? Qualcuno, un burocrate seduto dietro una scrivania, decide che la proprietà è “ricchezza” e che la “ricchezza” dà un “profitto” (incasso). Pertanto, ne decide, chiuso nel suo ufficio, il” valore fittizio e burocratico” (mentre il “valore reale” lo dà il mercato) e su questo scatta la tassazione, anch’essa fittizia e burocratica ma dovuta, per norma. In altri termini è un “prelievo forzoso” – su una ricchezza e percentuale definita dalla norma, su qualcosa che è stato acquisito con reddito netto (dopo aver pagato il fisco), anche se questo qualcosa non produce reddito, cioè incasso -.

Per pagare questo “prelievo forzoso”, il disgraziato proprietario deve attingere alla cassa dei suoi risparmi.

Se, poi, ancora, la proprietà/ricchezza dovesse produrre reddito reale (ed esempio: perché affittata), allora scatterebbe anche la tassazione ulteriore sul reddito reale: beccato due volte!

Questo Stato, invece di ridurre la spesa pubblica e gli sprechi, non pensa ad altro che introdurre altre tasse, perfino “convenzionali” per soddisfare la sua fame incontrollabile. Infatti, lo Stato ha divorato il Quantitave Easing senza dar vita ad iniziative di investimento reale; ha dovuto restituire miliardi di euro a gogò, messi a disposizione dalla Europa, per mancanza di progettualità di crescita; ha chiusi nel cassetto le relazioni di spending review… ed ora Fratoianni vorrebbe aggiungere ulteriori prelievi fiscali su redditi immaginari.

Ricordate la riforma del Catasto?  Questa riforma, invece di ristrutturare e aggiornare la banca dati “geometrica” degli immobili italiani, vuole aggiornare, sostituendosi al mercato e tracimando in territori non suoi, solo il “valore catastale, fittizio e convenzionale”.

Perché? La risposta è chiara: in previsione della tassazione sulla “ricchezza” immobiliare.

Su questa base, è del tutto chiaro che la patrimoniale in Italia sia un tabù, come in tanti altri Paesi. Per dirla in dialetto, i tabù sono i “prelievi forzosi” in un Paese già soffocato da tasse pesanti, inique e non coerenti con i servizi offerti.

Ma Fratoianni, con la sua esternazione da marketing psicosociale sta forse annunciando che sarebbe in cantiere una patrimoniale? Annuncia la nuova campagna del PD di Schlein, una volta partito del popolo e del lavoro?

Una cosa rimane certa negli annali storici della Repubblica: questi vogliono più soldi. Ha capito Fratoianni che la patrimoniale la pagano tutti e non solo i superricchi?

Crediamo di sì, perché il professionista politico scemo non è.

Lui cita la patrimoniale per tutti perché, in effetti, in Italia, i superricchi sono una esigua minoranza, quasi uno scherzo del destino in un Paese una volta internazionalmente competitivo, e porterebbero un beneficio fiscale insignificante rispetto alla fame della politica.

Però lui, con il suo marketing sociale, vuole introdurre la “patrimoniale” per tutti fomentando la guerra civile fra ricchi e poveri: questa è la sua colpa, la perversione del suo marketing sociale.

Fratoianni dovrebbe capire (ma già lo sa!), che il tema della “concentrazione di ricchezza in mano a pochi” e dello “aumento delle disuguaglianze” non si combatte con imposizioni fiscali generalizzate, giustiziando chi ha lavorato e risparmiato degnamente, ma con la lotta ad un sistema finanziario / monetario non più sostenibile a livello globale e del quale lui e la sua famiglia appare essere molto amico.

Semplicistico e ipocrita tassare la economia reale e salvaguardare quella finanziaria.

La funzione del politico è che dovrebbe farlo capire al popolo; ma quando si è un semplice dipendente attento solo al proprio posto di lavoro…

Antonio Vox

 

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