Convegno meridionalista a Montecitorio

PETIZIONE POPOLARE

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
protocollo.centrale@pec.quirinale.it

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
presidente@pec.governo.it

AL PRESIDENTE DEL SENATO
petizioni@senato.it

AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
camera_protcentrale@certcamera.it 

 AL PARLAMENTO EUROPEO – COMMISSIONE PETI
 Spedita via posta ordinaria raccomandata.

Il sottoscritto Giancarlo Chiari, nato a Napoli il 19 aprile 1961 e residente in Giugliano alla Via Aniello Palumbo, 173, C.F CHRGCR61D19F839L, nella qualità di Presidente dell’Associazione MARSS Movimento Associativo per la Revisione della Storia del Sud Italia con sede legale corrente in Napoli al Centro Direzionale Isola C2 Scala D, C.F. 95146270632, il quale dichiara di voler ricevere tutte le comunicazioni inerenti la presente petizione ai seguenti recapiti: pcd@assomarss.it

PREMESSO CHE

Le popolazioni dell’Italia del Sud da oltre 161 anni vivono una condizione di colonia interna che ha origine dall’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna nel 1861; da quel momento risulta essere iniziata un’attività di denigrazione degli uomini e delle donne del Meridione che ancora oggi prosegue con sempre maggiore vigore, raggiungendo, a volte, esasperati livelli di razzismo. Quest’azione denigratoria ha avuto la sua origine con l’annullamento della plurisecolare storia dello Stato Meridionale che risulta essere stata modificata e raccontata ad uso e consumo della parte settentrionale del nostro Paese, allo scopo di trasferirvi le ricchezze economiche ed umane presenti al Sud. Infatti, nel 1861 il neonato Regno d’Italia nasce la cosiddetta “Questione Meridionale” che, invece, è senza ombra di dubbio da considerare “Questione Italiana” con tutto quel che ne consegue. Le modalità di annessione vissute da entrambi gli schieramenti come una invasione, ma ricordate storicamente come unione condivisa, sono alla base dei fattori di debolezza che hanno minato da quel momento la nascita di uno Stato effettivamente unito generando buona parte delle problematiche sociali ed economiche italiane. Quello che è successo a partire dalla metà del 1860 in poi ha comportato gravissimi danni sociali ed economici alle popolazioni meridionali, sfociati in una profonda ed ingiusta discriminazione nella quale, gli unificatori, sottraendo al Meridione ingentissimi mezzi e risorse finanziare, non potevano fare altro che giustificare tali sottrazioni con una presunta superiorità. Il fenomeno dell’immigrazione verificatosi dopo l’Unità d’Italia è senz’altro un’altra prova inconfutabile delle inaccettabili condizioni alle quali furono soggetti gli abitanti del meridione d’Italia. In pratica, i milioni di emigranti che hanno lasciato la propria terra nel corso dei decenni, lo hanno fatto perché lesi nei diritti dei popoli e degli individui che oggi si ritiene fondamentale tutelare. In definitiva, i vincitori uniscono il Paese con la forza e con accattivanti promesse, appropriandosi, di fatto, delle ricchezze dei vinti per finanziare il loro sviluppo e pagare i propri debiti, cercando di sedare la rivolta nel sangue per ricondurre all’ordine la popolazione, utilizzando parte di essa per identificare ed eliminare gli insorti ed i loro collaboratori; in pratica il Sud diviene una vera e propria Colonia interna dell’Italia. In tale situazione i vinti passano dal benessere generalizzato ad una progressiva povertà diffusa ed una vasta parte della popolazione insorge per difendere il suo status ed i suoi averi. Le dimensioni del conflitto toccano quasi ogni famiglia del Sud d’Italia e chi non sa adattarsi a vivere in questa situazione ha davanti a sé una sola scelta: Brigante o Emigrante e il Restante, nel senso che chi è rimasto, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco assumendo talvolta comportamenti criticabili.

Si ritiene, altresì, necessario evidenziare che la petizione qui formulata è stata resa possibile anche grazie alla preziosa collaborazione fornita dai relatori del Convegno intitolato “Meridione d’Italia – La ultracentenaria questione italiana – Genesi, Gestione, Conseguenze e Soluzioni” tenutosi il giorno 04.07.2022 presso l’Auletta del Palazzo dei Gruppi Parlamentari a Montecitorio, i cui principali atti si allegano alla presente e, pertanto, si ringrazia per il lavoro svolto i Sig.ri Chiari Giancarlo, Pompeo De Chiara, Luigi De Maio, Vincenzo Gulì, Roberto Longo, Stanislao Napolano, Corrado Riggio, Lorenzo Terzi, Canio Trione.

Tanto premesso, il sottoscritto nella qualità, formula la presente

PETIZIONE POPOLARE

Affinché:

1) Si abbia una vera e propria definitiva revisione storica con il riconoscimento delle vere cause e delle modalità che hanno portato all’unificazione nazionale prima ed alle discriminanti modalità di gestione delle popolazioni. È necessario che formalmente siano riconosciuti i sacrifici economici ed esistenziali patiti dalle popolazioni dell’Italia Meridionale e, per tale motivo, si chiede che venga istituita una Giornata alla Memoria che possa restituire la dignità ad una parte della popolazione italiana che ha fortemente contribuito all’unificazione nazionale. Inoltre, si chiede lo Stato finanzi l’attività informativa e divulgativa, da svolgere mediante i mass-media nazionali e regionali, che consenta a chi ha studiato a scuola la Storia in chiave pre-revisionista di venire informato del nuovo corso. Si richiede un passaggio in tal senso da parte delle più alte cariche dello Stato in primis da chi ha la sua rappresentanza ovvero del Presidente della Repubblica in un messaggio alla Nazione;

2) Venga applicato concretamente l’articolo 7 bis del D.L. 29/12/2016 n. 243 in virtù del quale con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia, sentito il Ministro per il Mezzogiorno, da emanare entro il 30 giugno 2017, siano stabilite le modalità con le quali verificare, con riferimento ai programmi di spesa in conto capitale delle amministrazioni centrali, individuati annualmente, se ed in quale misura, a decorrere dalla Legge di Bilancio per il 2018, le stesse amministrazioni si siano conformate all’obiettivo di destinare agli interventi nelle regioni del Meridione un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento. È necessario altresì evidenziare che nell’applicazione della sopra dichiarata norma non debba essere applicata la ventilata autonomia differenziata proposta da uno sparuto numero di regioni del centronord poiché questo significherebbe svuotare il senso stesso della norma in quanto alle regioni meridionali andrebbero riconosciute meno risorse rispetto a quelle dovute. Del resto, l’ipotesi di autonomia differenziata presenta aspetti di palese incostituzionalità che minano la coesione del territorio nazionale.

3) Si valuti con attenzione l’effettiva utilità del ministero del Sud e della coesione sociale che al momento risulta essere solo un filtro delle istanze meridionali ma nel concreto oltre a tante manifestazioni fatte di recente o in anni passati non si è mai concretizzato nulla di effettivamente costruttivo.  Sembra che tale istituzione confermi la circostanza in virtù della quale il meridione d’Italia sia ancora considerata una colonia interna del nostro Paese non esistendo per le altre parti analoga figura.

4) Si proceda ad una rivisitazione del sistema tributario che oggi coinvolge i processi di produzione, in special modo per quelle aziende con attività produttive nel Mezzogiorno, ma con sedi legali al nord, ciò comporta una sottrazione di risorse per gli enti regionali, in quanto il gettito fiscale prodotto qui al sud viene dirottato al nord; l’altro aspetto è quello dell’accesso al credito che esige la costituzione di una banca locale, che come “mission” deve avere una connotazione esclusiva di sostegno alle imprese che operano nel Mezzogiorno con sedi legali nel Mezzogiorno. In questo contesto provvedere al censimento delle “start up” così da avviare una rete che inneschi processi di sviluppo tendenti ad allargarsi, particolarmente nelle aree interne, e da questo, immaginare l’avvio di progetti per la costruzione di infrastrutture, così da rendere facilmente accessibili le aree interne e il passare dalla costa tirrenica a quella adriatica e raggiungere rapidamente anche la costa ionica. In quest’ottica di un approccio nuovo per i problemi del Mezzogiorno, vi è la necessità di rivedere anche l’accesso delle regioni del nord alle fonti energetiche qui presenti, sia quelle fossili che quelle rinnovabili, riconoscendo al Mezzogiorno non solo le royalties in modo più appropriato, ma rivedendo anche i costi di trasporto della materia prima, che nel sud dovrebbero essere molto inferiori rispetto alle regioni centro settentrionali.

5) Anche con riferimento al punto precedente si chiede la creazione della Regione unica del Mezzogiorno. Le proposte e i progetti di sviluppo per il Mezzogiorno hanno una necessità, quella di essere sostenuta in modo forte e deciso, senza infingimenti e inganni, da qui la proposta di un’unica area, da trasformarsi in una unica Regione, in quanto essa poggia come idea e come valenza, a quella per cui le nazioni europee hanno dato vita all’Europa Unita. In tale ottica, quindi, se le nazioni europee sono state costrette a unirsi per sostenere le sfide globali, l’unione delle sei regioni del mezzogiorno peninsulare è vitale! È il solo modo per superare l’attuale loro condizione di grave debolezza, per cui necessita avere una forza contrattuale che permetta di sostenere le esigenze del nostro Mezzogiorno. Una Regione Mezzogiorno forte e coesa sarà sicuramente anche il soggetto valido che potrà avviare iniziative nel contesto del Mediterraneo con autorevolezza e credibilità, proponendosi a divenire punto di snodo tra l’Europa e il continente africano e porta d’accesso da oriente. Bisogna quindi avviare una iniziativa forte di sostegno alle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, come primo passo politico, con il coinvolgimento delle forze politiche che recepiscano tale strategia come vero cambiamento e che condividano le motivazioni per cui necessita una unica Regione del Mezzogiorno. Quanto descritto deve essere il cuore del manifesto politico che andrà meglio definito e ulteriormente sviluppato e portato a conoscenza dei cittadini meridionali, al fine di comprendere e sostenere una strategia finalmente credibile per il nostro Sud, senza intaccare l’unità italiana, ma creando i presupposti di un rispetto reciproco tra il nord e il sud, dove il Mezzogiorno d’Italia può divenire la locomotiva dello sviluppo che potrà portare l’Italia fuori dalle secche dove oggi si trova.

6) Si stabilisca il costo del danaro basato sulla situazione territoriale ovvero si preveda che l’autorità monetaria nel suo compito statutario di combattere l’inflazione e la deflazione preveda tassi d’interesse per i fruitori di credito più alti lì dove il tasso di inflazione, ponderato con il tasso di disoccupazione, è più alto. Inoltre, si chiede di forfettizzare l’imposizione diretta e non l’aliquota per le imprese fino a cinque milioni di euro di ricavi annui calcolando l’emolumento sostitutivo da pagare ad inizio esercizio sugli studi di settore reali e quindi specifici per le imprese minori. Si proceda, inoltre, alla creazione di un fondo di investimento specifico per il Sud in grado di attrarre risparmio con strumenti finanziari specifici per le esigenze dei risparmiatori meridionali e di collocarlo al Sud con strumenti finanziari adatti alle piccole imprese. Infine, creare isole galleggianti molto fuori dalla vista delle popolazioni rivierasche che alloggino le strutture che producono energia compreso l’idrogeno verde;

7) Vengano avviate le procedure per l’istituzione della quinta Macroregione Europea (da affiancare alla Baltica, la Danubiana, l’Alpina e l’Adriatico Ionica) al fine di approntare, di concerto con le istituzioni europee competenti, un piano d’azione che possa essere condiviso dagli Stati o regioni di essi, che accetteranno la strategia e ne faranno parte e, quindi, la costituzione di uno Strategy Group composto da persone in grado di fornire slancio e propulsione in tutte le fasi, iniziali, centrali e finali della progettazione e attuazione della Strategia da affiancare, con finalità di interazione, ai funzionari pubblici assegnati alla sua realizzazione.

Il Presidente dell’Associazione MARSS                                                                                             Giancarlo Chiari

Si allega:

1) Indirizzo web al Convegno meridionalista a Montecitorio del 4 luglio 2022 dove è possibile assistere al convegno registrato, scaricare il programma e gli atti che sono parte integrante della presente petizione: http://webtv.camera.it/evento/21007

Intervista a Giancarlo Chiari

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Ho ricevuto pochi minuti fa la seguente comunicazione: Roma, 12 luglio 2022
Prot. n. 6158/S

Gentile Presidente,
La informiamo che la petizione da Lei inviata a nome dell’Associazione MARSS – Movimento Associativo per la Revisione della Storia del Sud Italia è stata annunciata all’Assemblea del Senato nella seduta n. 451 del 12 luglio 2022.
La predetta petizione reca il numero 1133 ed è stata assegnata alla 1a Commissione permanente (Affari costituzionali), che ne curerà i seguiti secondo quanto previsto dall’articolo 141 del Regolamento del Senato.
Con i migliori saluti.
Ufficio Atti non legislativi Senato

Questo è il comunicato stampa: Marss – Movimento associativo per la revisione della Storia del Sud Italia – Link al Convegno: http://webtv.camera.it/evento/21007
Comunicato Stampa – Ieri a Roma nell’auletta del Palazzo dei Gruppi parlamentari si è tenuto il convegno meridionalista “Meridione d’Italia, la ultracentenaria questione italiana. Uno degli obiettivo del convegno, formalizzato insieme agli altri con la consegna in diretta di una petizione inviata online a fine evento alle quattro principali istituzioni italiane, è ottenere un profonda revisione storica dei fatti che hanno portato all’Unità d’Italia e creato quella narrativa antimeridionale che ancora oggi produce effetti negativi che ostacolano una vera integrazione tra le popolazioni italiane. Nel luogo istituzionale deputato all’incontro cittadini – istituzioni, analisti, storici ed economisti hanno ricostruito un quadro alternativo concreto e fondato su documenti storici per avviare un processo revisionista che partendo dalla Storia possa portare a recuperare il divario socioeconomico tra le due parti del Paese.
Si ringraziano:
I relatori intervenuti Sergio Angrisano, Vincenzo Gulì, Roberto Longo, Stanislao Napolano, Corrado Riggio, Lorenzo Terzi e Canio Trione
Lo staff di Azione Meridionalista Enzo Esposito, Massimo Golia, Stefano Lancellotti, Antonio Gerardo Nunziata e Maria Rosaria Vado
Ed inoltre Filippo D’Eliso per la partitura e l’arrangiamento di Questione Meridionale di Giancarlo Chiari dep SIAE 2005 Karalis Longo per averla interpretata, Mauro Caiano per il montaggio delle clip video della canzone e Ottavio Costa per le registrazioni audio e l’interpretazione della voce fuori campo di alcuni personaggi della nostra storia patria.

Giancarlo Chiari
Coordinatore e supervisore del convegno e presidente del MARSS