La fiducia non si vede (e non si sente)

In TV da alcune settimane gira questo slogan che tenta di rilanciare un marchio dell’automotive tedesco in un momento grave per tutte le case automobilistiche, vuoi per probabili scelte sbagliate, vuoi per la guerra fratricida di sanzioni che stanno indebolendo tutti i mercati salvo quelli a cui erano indirizzate.

Ma non volevo parlare di economia; concentriamoci sullo slogan.

La fiducia è una parola che ha colpito sicuramente tutti nella vita, sia quando l’hai persa oppure ritrovata, sia quando l’hai cercata. Questo sostantivo racchiude, più di tanti altri, emozioni, aspettative, ricordi. Chi non è stato tradito da un amico o, peggio, da un partner, oppure da un punto di riferimento che può essere una persona ma anche un progetto, un ideale? Ecco, proprio in questi giorni, studiando per un corso di guida ambientale, tema a me molto caro, sono incappato in un progetto che è anche un ideale:

L’AGENDA 2030.

Copio e incollo l’elenco sintetico alla base dell’immagine rappresentativa che spicca in home page dell’Agenzia Per la Coesione Territoriale:

Goal 1: Sconfiggere la povertà

Goal 2: Sconfiggere la fame

Goal 3: Salute e benessere

Goal 4: Istruzione di qualità

Goal 5: Parità di genere

Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Goal 7: Energia pulita e accessibile

Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

Goal 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

Goal 10: Ridurre le disuguaglianze

Goal 11: Città e comunità sostenibili

Goal 12: Consumo e produzione responsabili

Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico

Goal 14: Vita sott’acqua

Goal 15: Vita sulla Terra

Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide

Goal 17: Partnership per gli obiettivi (1/2 – 2/2)

Questo “programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità” è stato siglato nel Settembre 2015 da 193 Paesi.

Guardando questo elenco, appartenere a uno di quei 193 Paesi che hanno aderito al programma, riempie di orgoglio.

Ma ritorniamo al nostro concetto di “fiducia”: non si sente e non si vede, ma “… risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità” scrive il dizionario Treccani.

Avevo cominciato a fare un elenco degli avvenimenti più importanti avvenuti dalla fine del 2015 ma poi mi sono fermato perché, oltre a essere un elenco lungo e tedioso, ho pensato che i fatti vengono percepiti o spiegati spesso piegandoli alle ideologie, sport diventato ormai in voga nel giornalismo che sicuramente ha condizionato il popolo lettore. Una intervista di Giorgia Meloni a Porta a Porta da Bruno Vespa però mi ha colpito perché tocca il tema della IA, l’intelligenza artificiale. La Signora Meloni ha dichiarato, in modo trasparente, la sua preoccupazione della gestione di questa tecnologia (spinta in modo ossessivo da Bruxelles, ma non solo), che verticalizzerà ANCOR PIU’ la ricchezza di pochi a discapito dell’aumento di molti.

Ecco che i “goal” n° 1, 2, 3 e 4, da cui ci siamo sempre più allontanati dal settembre 2015, rischiano di evaporare perché impossibili da perseguire con questi presupposti. Inoltre il Presidente del Consiglio ha insistito su un tema a noi molto caro, ovvero sulla centralità dell’individuo che deve essere un postulato che ispira tutte le tematiche che interagiscono nella società. Possiamo veramente pensare che delegando la gestione a tecnologie che funzionano con algoritmi asettici noi avremo possibilità di sconfiggere fame, povertà, avere più benessere e istruzione? Ma vogliamo credere che si otterrà il goal numero 8 di lavoro dignitoso e crescita economica? Come, sostituendo persone pensanti con robot che lavorano h 24?

Ora prendiamo acqua pulita e servizio igienico sanitari (goal 6). A cominciare dalla violazione del nostro referendum del 2013 contro la privatizzazione dell’acqua da parte del nostro penultimo Primo Ministro Mario Draghi, qualcuno di voi ha visto una inversione del trend occidentale sul packaging, ad esempio, che produce miliardi di tonnellate di comoda ma inutile plastica da smaltire, oppure interventi sulle depurazioni delle acque specialmente in fabbriche o miniere delocalizzate nei Paesi del Terzo Mondo, magari producendo litio e cobalto per la transizione green?

Città e comunità sostenibili (goal 11), la soluzione sarebbe Trento con telecamere con riconoscimento facciale (non utilizzato, dicono) e microfoni che violano la privacy di tutti? o la Milano dei 15 minuti che se non hai soldi per il city pass o per un’auto elettrica ricaricabile con una energia prodotta per il 65% da idrocarburi o carbone non puoi entrare nella tua città?

Sul goal 16, “Pace, giustizia e istituzioni solide”, non mi sembra neanche il caso di fare valutazioni e lascio perdere gli altri “goal” come partnership per ottenere gli obiettivi, che mi sembra pateticamente anacronistico in un momento in cui si sganciano bombe da milioni di dollari ogni minuto o si fa saltare un gasdotto che creava energia “quasi pulita”. Sono ormai demagogia delle più ipocrite di chi proprio ha promulgato questo programma, tra cui il WEF, il famoso World Economic Forum che pensa al nostro bene e avvenire.

Ecco che con una breve analisi di dati di fatto accaduti in poco più di otto anni il sentimento di fiducia cade drasticamente perché la “valutazione” porta alla ovvia conclusione che chi ha promulgato e ancora sta propagandando questo programma, non ha alcuna intenzione di realizzarlo, compreso il nostro Presidente della Repubblica che lo menziona in ogni discorso ma poi firma leggi e decreti in antitesi con l’auspicio stesso.

A questo punto sintetizzerei che la fiducia è direttamente proporzionale alla coerenza il cui indice sta precipitando vertiginosamente nei programmi mondiali, europei e nazionali.

Forse lo spot pubblicitario, se applicato alla nostra politica e società dovrebbe essere:

La fiducia non si vede ma si merita se si è coerenti.

Massimo Gardelli

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