Identikit dell’elettore

La campagna elettorale infuria. È una guerra senza quartiere, e senza esclusioni di colpi, fra i leader (Letta, Calenda/Renzi, Conte, Berlusconi, Salvini, Meloni), a caccia di voti per mantenere alto il proprio numero di maggiordomi; più alto è questo numero, meglio sei posizionato.
Ciò significa che ciascuno, tendenzialmente, gioca in proprio.
Letta rappresenta la nebulosa del Centro Sinistra; Calenda/Renzi si chiamano “terzo polo”, con il chiaro intanto di emergere come influencer del prossimo quadro politico; Conte, il cui futuro passa solo da un recupero della storia dei 5S, cerca la rivincita; la coalizione di Centro Destra, con posizioni che vanno da quelle sfumate di Berlusconi a quelle più decise di Salvini e Meloni, assapora la vittoria. In fondo, c’è una galassia variopinta e diversificata,
Questo palcoscenico, calpestato dagli attori citati, sarebbe politicamente ragionevole se non fosse inquinato da disdicevoli, inutili ma ben pensate personalizzazioni.
Come mai questa caduta dal civile dibattito programmatico verso l’incivile dibattito personale che, tutti sanno, è propedeutico solo a conflitti?
Forse perché gli attori sanno che l’elettore si appassiona più al pettegolezzo, alle provocazioni, alle singolar tenzoni, alle ingiurie, agli equivoci, alle insinuazioni, a simpatie/antipatie, ad ammuffiti luoghi comuni di cui non ci si riesce a liberare… una sorta di Beautiful nazionale.
Tutti attenti alla sceneggiata piuttosto che ad altro; anche se quest’altro dovrebbe essere il futuro del paese.
Ma è questo l’identikit dell’elettore? È questo che pensano gli attori dei propri elettori?
Ma, infine, dove guarda veramente l’elettore?

Apriamo una ampia parentesi esplicativa.
Vediamo come procede il decreto “Aiuti Bis”, il disegno di legge di conversione del Decreto-Legge 9 agosto 2022, n. 115, recante “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”.
Torna in Senato per la approvazione definitiva.
Un attesissimo aiuto per una Italia stremata.
Il disegno di legge era già stato approvato al Senato, modificato alla Camera dei deputati sulla questione del tetto agli stipendi dei Burocrati di Stato; ora torna al Senato, senza più intoppi. Per la cronaca, il provvedimento contiene misure per 17 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese: aiuti e bonus su bollette, carburanti, smart working e trasporti. La crisi energetica è al primo posto, poi il caro bollette, il costo dei carburanti e gli extra-profitti delle imprese energetiche.
Stranamente, però, in zona Cesarini, si è infilato, di soppiatto, come un ladro dei soldi destinati a imprese e famiglie, il tema del tetto agli stipendi dei “Burocrati di Stato”.

In che consiste questo tema?
Il tetto (€ 240mila) fu introdotto dal governo Monti, nel pacchetto “Salva Italia” di fine 2011, come una delle misure anti-default ma anche come questione etica, visto che la retribuzione del Presidente della Repubblica era di soli € 239mila mentre l’a.d. delle Poste (Massimo Sarmi) percepiva € 2,2 mln, il presidente delle Poste (Giovanni Ialongo) € 900mila, l’a.d. delle FS € 873mila: una sconvolgente ed impressionante enormità.
L’eliminazione del tetto compariva, improvvisamente, come il cavolo a merenda, nel decreto “Aiuti Bis”.
Sembra che l’eliminazione del tetto sia stato introdotto nel decreto con il consenso del ministero dell’Economia.
Una pagina vergognosa di questa incredibile legislatura: l’eliminazione del tetto avrebbe aperto la strada a stipendi più elevati per burocrati e super-burocrati, in un momento criticissimo per il Paese tutto; ma non per loro già garantiti in tutto.
Fonti de “ilfattoquotidiano.it” dichiarano che: “Tutti erano a conoscenza” dell’emendamento e che, per di più, si era scatenato un assalto alla diligenza, coinvolti tutti i ministeri.
L’emendamento è stato proposto dal senatore di Forza Italia Marco Perosino e il presidente di Commissione, Luciano D’Alfonso (del Pd), così si legge nei verbali, dichiara che il testo è “… il frutto di un approfondito confronto sia tra i gruppi che tra le forze politiche, e il Governo“. L’approvazione nelle due Commissioni competenti è scontata.
Poi, in Senato, a favore hanno votato Pd, Forza Italia, Italia viva e Impegno Civico con l’astensione di Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle e Lega.
Un blitz in piena regola, di quella nebbiosa “casa del potere”, costruita da questa ignobile legislatura, che ha dimenticato il Paese sofferente.

Scoperto il blitz, ora, tutti scappano: i senatori Perosino (FI), proponente, e D’Alfonso (PD), Presidente di Commissione, si rifugiano in infantili e irricevibili dichiarazioni: il primo sostiene di “firmare pro forma” (?) quello che D’Alfonso propone; il secondo sostiene di non poter controllare (?) tutto quello che Petrosino propone. Uno squallore.

Che succederà di questa storia, artatamente nota a pochi?
E come mai la reazione popolare è stata tiepidissima, di indifferenza?
La previsione è banale: il dimenticatoio. E i responsabili continueranno a passeggiare tranquilli e serafici per i corridoi del Parlamento, pronti per qualche altro blitz perché ciò è nella loro natura.

Chi rappresentano i signori sopra citati? Chi ha assegnato loro il mandato parlamentare a favore del popolo?
Forse il popolo d’Italia che anela ad una onesta rappresentanza democratica?
C’è da sorridere di fronte alla tesi che la riduzione dei parlamentari, impuniti e senza vincolo di mandato, sia un vulnus di “rappresentanza democratica”: è, invece, una riduzione di confusione, un contenere gli assalti alla diligenza, una limitazione al numero di “furtive manine” dedite al blitz per attingere a piene mani nella borsa del danaro pubblico.
Non vi sembra ovvio concludere che, in questi gironi infernali, il vero cancro dell’Italia, quello che porta tutti noi a fondo, non sia la Politica, visto che è inesistente, ma la “politica politicante e di relazione”, strumento ed espressione della degenerazione diffusa?
È questa che va estirpata.

Chiusa la parentesi esplicativa, con la condanna della “politica politicante e di relazione”, poniamo l’attenzione sull’altro versante, quello del disattento elettorato.
Non vi sembra che il “tumore nazionale” sia l’identikit dell’elettore oramai ben consolidato e incancrenito da decenni di bombardamento marketing sociale?
Fin quando, però, l’identikit dell’elettore sarà quello citato, dedito cioè a spettacoli ben architettati, alla Beautiful, e non alle questioni reali come il decreto “Aiuti Bis”, la questione di una Italia che prenda consapevolmente le rivincite che merita, si fa molto difficile.

Antonio Vox
Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile

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