Vogliono annientare l’identità?

Chi è Helena Dalli? Interroghiamo Wikipedia, per toglierci la curiosità. Nata nel 1962, è una politica di lungo corso del Partito laburista di Malta, oggi commissario europeo per l’uguaglianza nella Commissione europea di Von der Leyen.  

Sposata, due figli, uno dei quali è stato giudicato colpevole di traffico di droga nel 2013.

Laureata in sociologia politica. Eletta miss Malta nel 1979.

Ma perché ci interessa tanto la signora Helena Dalli? Perché è la responsabile del documento sulle “linee guida sulla comunicazione” in Europa, pubblicato nel 2021; in inglese, European Commission Guidelines for Inclusive Communication.  Lì vengono indicati i criteri da adottare, per i dipendenti della Commissione, nella comunicazione esterna ed interna. Il documento è composto da ben 30 pagine ed ha il significativo titolo di “Union of Equality”.

Il bellissimo sostantivo di “uguaglianza”, nei diritti e nella dignità di ciascuno, usato nello slogan della Rivoluzione Francese, si è trasformato nel tempo in “uguaglianza delle identità”, tutti uguali.

L’obiettivo del documento? Qual era, visto che è stato ritirato? Esso contiene le indicazioni di come si deve parlare e scrivere per non offendere coloro che sono di genere, etnia, razza, religione, disabilità, orientamento sessuale, religione, genere, cultura differenti da chi parla e scrive. 

Regola di Base: l’Europa è inclusiva e non discrimina. Fantastico, proprio in una EU che discrimina.

Qui siamo, però, nel pieno della ideologia del “politicamente corretto”.  E infatti il documento indica che sarebbe meglio non usare lemmi come Natale, Maria o Giovanni o Giuseppe (riconducibili alla religione cristiana), signora, signore, signorina, anziano, operaio, poliziotto…, e così via. Ad esempio, mai usare vocaboli come marito, moglie, padre, madre etc. Tutti lemmi reputati non inclusivi dalla auto referenziale “accademia dei lincei” europea.

Bisogna essere “neutri”: cancellare gli articoli determinativi.

Siamo alle comiche. Essere cittadino dell’Europa significa questo?

Il documento dice che bisogna spogliare le frasi dei reali e quotidiani contenuti; bisogna renderle scatole fredde e vuote. Mentre, d’altra parte, osserviamo, è lecito dire “massa popolare” invece che “insieme di individui”. Qui, dove è evidente la presenza di avverse ideologie, nessuna indicazione.  Sembra che in Europa, oramai solo puro coacervo di burocrazia asfissiante, dove sono inviati i politici obsoleti, non si pensi ad altro che a irreggimentare i popoli, anche nei dettagli che nulla hanno a che fare con la vita quotidiana.

D’altra parte, se uno è obsoleto, significa che è intellettualmente spento: l’unica sua attrattiva è la abitudinarietà e il conformismo.

Ecco perché l’Europa è insignificante nella competizione globale.

Questi signori eletti non si rendono conto che non stanno mettendo ordine, ma stanno rubando e annichilendo la identità dei popoli. L’ossessione di “tutti uguali”, senza distinzione di storia, di cultura, di attitudini, di passioni, di speranze, di campanilismo, di orgoglio di territorio, di essere sé stessi, permea questi statisti della domenica; e non si rendono conto che stanno uccidendo ogni vaga vitalità di innovazione. Tutti uguali, tutti omologati, tutti pecore che un cenno del cane pastore indirizza e guida.

Ma sentite come la Commissaria Helena Dalli ritratta il suo documento:

“L’iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento”.

“Illustrare la diversità della cultura europea”? Non significa forse esaltare le identità, proprio ciò che il documento vuol soffocare? “La natura inclusiva della Commissione”? Che vuol dire? La gente ha natura inclusiva non l’istituzione che è una “cosa senza vita” che esiste per convenzione.

Non è un documento maturo”? La visione burocratica personifica i documenti! Crediamo che volesse riferirsi alla caratura infantile della iniziativa.

“Standard qualitativi”? Ma quali sono questi standard qualitativi? Vuol forse dire che il documento è scritto male?  

“Ci lavoreremo ancora”? Vorrebbe rifare il compito.

Parole al vento; senza significato reale. Che noia. Il “politically correct” dovrebbe essere eliminato perché ipocrita; insegna solo a scrivere con belle e affascinati frasi sequenziate ad arte e prive di contenuti.  La commissaria voleva dire: “ho sbagliato, non ho tenuto conto delle reazioni di popolo; ma non dubitate, ci riprovo tale e quale”.

Capite? Ci riprova tale e quale. Che Dio ce ne scampi e, soprattutto, liberi. Ma detto così, alla vecchia maniera, al prossimo giro non la vota più nessuno. Per intanto, però, visto che Helena Dalli ha toccato maldestramente il Natale e Maria, sono partite le indignazioni e lei ha dovuto ritrattare.

Mi chiedo quanto costino ai cittadini europei queste inutili manfrine, fra dipendenti dipartimentali, viaggi, logistica, utenze, arredamenti e così via.  

Non credo proprio che i visionari fondatori dell’Unione Europea la volessero così malamente.

Antonio Vox – Sistema Paese – Economia Reale & Società CivileFacebookTwitterWhatsAppEmailPrintCondividi

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