La DISINFORMAZIONE MESSA A SISTEMA:

L’Italia è quasi totalmente in zona rossa. La musica non cambia; sempre la stessa, ripetitiva e noiosa. La pratica dei lockdown, oggi più severi di ieri, è diventata strutturale.

Anzi, si potrebbe dire che è l’unica vera riforma strutturale nel panorama italiano. 

Di nuovo, c’è solo che si procede con Decreti-legge, firmati da Sergio Mattarella, al posto dei famigerati DPCM, firmati da Giuseppe Conte, della cui incostituzionalità Istituzioni e Magistratura, Politica e Media, stranamente, non si sono mai accorti. Con pazienza, abbiamo “salvato” il Natale 2020 (si fa per dire); ora ci tocca “salvare” la Pasqua 2021.

Però, di fronte ai risultati conseguiti, siamo proprio sicuri che il lockdown, con il corollario del coprifuoco, delle chiusure degli esercizi commerciali alle 18, del distanziamento sociale, del blocco delle attività economiche, etc. sia la risposta giusta per contrastare il diffondersi del virus?

Visto che il contagio avviene, quasi del tutto, per via aerea, non dovrebbero essere sufficienti protezioni per gli organi orofaringei, di adeguate qualità e corretta vestizione, come le mascherine?

Purtroppo, non si è data sufficiente priorità, enfasi e pubblicità (anche con filmati dimostrativi alla Piero Angela) a questo DPI e al suo corretto uso.

Mentre, oggi sappiamo che, in realtà, mascherine adatte e fatte come Dio comanda, sono difficili da trovare visti i numerosi sequestri in tutta Italia per non conformità (i soliti avvoltoi al lavoro nei momenti tragici con la colpevole insipienza della Burocrazia di Stato).

Senza reali difese (mascherine fasulle) e senza avere l’informazione che indossare male la mascherina significa non averla affatto, si potrebbe spiegare perché si preferisca il metodo “distanziamento” e il ricorso continuo al lockdown, propinato in varie salse per dimostrare che “ci si pensa su, bene”.  

Altre spiegazioni ce le teniamo per noi. A Napoli, però, si dice: “Cà nisciun è fess”.

Se poi anche gli altri Paesi ricorrano, in varie misure, al lockdown, ciò non dimostra affatto che sia il metodo corretto per fronteggiare la diffusione del virus. È più plausibile, invece, che non si sia capaci, o non si voglia, imparare dalle esperienze vissute.

Gestire la Res Publica è diventato sempre più difficile per la crescente complessità del sistema sociale ma, in compenso, le “poltrone” e i “ruoli” sono affidati a soggetti sempre meno “adatti”; una sorta di “proporzionalità indiretta”. Il bello è che non si riesce mai a capire dove siano allocate le responsabilità per poter allontanare definitivamente questi soggetti dalla gestione operativa.

Con il Governo Draghi, sarà presto per dirlo, ma i prodromi sono quelli di “nessuna svolta”: economia reale distrutta e senza futuro, debito pubblico in salita, Pil in discesa, Italia tecnicamente in default e con il sostegno illimitato della BCE, nessun disegno di crescita e sviluppo, tante poltrone ingessate alle persone e senza ricambio.

Intanto i Media, complici, propinano timori e incertezze con i loro bollettini di guerra e le catastrofiche previsioni di una terza ondata.

Ormai non si parla d’altro. Sembra la applicazione moderna di una tecnica vecchissima: attirare e focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su di un nemico, che di reale ha ben poco, per distrarre dai veri problemi economico sociali.  

Per intanto, il problema si è cronicizzato: è di tutta evidenza che non si possa continuare così perché significa distruggere la Società Civile.

Ed è di tutta evidenza che la formula del lock down non risolve ma distrugge. Per aver consapevolezza dello stato generale, andiamo a guardare i numeri dal sito ourworldindata.

Osserviamo due grafici: l’andamento del numero dei test e della percentuale di positivi ai test. Nel primo si nota che questo governo, da quando si è installato, ha incrementato, fortemente e sorprendentemente, il numero dei test.

Un consistente impegno di risorse. Per fare cosa? Si vuole forse porre in quarantena tutti i positivi per garantire tutti gli altri? Pensiero demenziale!

Se fosse possibile conoscere, in un dato momento e all’istante, tutti i positivi, la cosa funzionerebbe. Ma, ovviamente, così non è: per un nuovo positivo scoperto, cento sono ancora in giro che, forse, scopriremo nei giorni successivi.

A che servono, quindi, tutti questi test se non ad incrementare il numero dei nuovi contagi per impressionare e plagiare una opinione pubblica, per incrementare le spese d’ordine sanitario, per poter sostenere che la Sanità costa tantissimo? 

Infatti è chiarissimo che, aumentando il numero dei tamponi, aumenta in corrispondenza il numero dei nuovi contagiati; e aumenta, in corrispondenza, il terrore della gente che non reagisce più alla privazione delle Libertà e del Lavoro; mentre un nutrito gruppo di cittadini (quasi il 50% del popolo sovrano), quelli al soldo dello Sato, rimprovera agli operatori della economia reale di disattendere le norme e, per questo, d’essere i veri colpevoli della pandemia, oltre che d’essere la causa prima del disastro economico perché evasori fiscali seriali.

Ma solo per questo 50% si incrementa il deposito bancario.

Cosa è, invece, quello che serve sapere? Non già il numero (del tutto irrilevante) dei nuovi positivi, scoperti in giornata, ma il famosissimo R0 che è il tasso di diffusione del virus. E questo si può fare come si fanno i sondaggi politici: un campione ed è fatta.

Ma vediamolo questo andamento dell’R0.

Dal secondo grafico si nota chiaramente che, dopo il picco del marzo 2020 e quello, più contenuto, del novembre 2020, la curva appare altalenante e appiattita. Quindi non si capisce la dischiarata pressione sul SSN che, se giustificata a marzo 2020, è poco sentita nel novembre 2020, infine quasi normalizzata oggi. Dove la minaccia della terza ondata? Perché dunque la necessità del lockdown da zona rossa?

La confusione regna sovrana: basti pensare al caso AstraZeneca e all’ondivago procedere dell’AIFA, adatto a creare turbamenti piuttosto che a dare certezze. Cresce la sensazione che ci si marci allegramente mentre la economia muore, le energie si spengono e il processo verso un popolo di pecore, un gregge da tosare quando opportuno, appare ben avviato.

Bisogna reagire per la nostra Storia, il nostro Presente, il nostro Futuro. Mentre la Povertà Assoluta si appropria del Bel Paese.

Antonio Vox, Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile

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