Draghi e il debito buono. Che sempre debito è

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Ripulire le facciate dei palazzi italiani pare che sia costato una fortuna incredibile; si parla di una cifra vicina a cento miliardi di euro. Il debito “buono” magnificato dal Draghi si sta rivelando un debito come tutti gli altri. E quindi da pagare. Certamente si è data insperata occupazione a migliaia di persone e quindi si è avuto un relativo nuovo gettito erariale… di cui però non si ha traccia semplicemente perché inghiottito nelle voragini della spesa corrente.

Adesso possiamo contemplare con orgoglio numerose facciate rifatte, altri palazzi demoliti e ricostruiti, ma il debito sta lì implacabile e crescente; si parla di tre mila miliardi tra pochissimo tempo senza calcolare il debito previdenziale, locale. Anche da questo punto di vista la “linea” Draghi sembra beneficiare maggiormente le banche nazionali ed estere che prestano i soldi al governo italiano per percepire sempre più interessi e quindi più cospicue fette delle nostre tasse. Probabilmente anche il PNRR dedicato a finanziare parchi e restauri immobiliari è la stessa cosa e quindi ci diranno che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e l’Europa continuerà a dirci che dobbiamo rispettare i “parametri” e gli “impegni” e quindi ci bacchetterà sulle mani con procedure di infrazione ecc. ecc. nel frattempo il Draghi sarà premiato di tanta arguzia con la Presidenza della Commissione europea.

Il governo Meloni invece è nelle pesti con grande gioia delle sinistre.

L’Italia della gente comune in tutto questo è il grande danneggiato.

Se si fossero donati alle mamme italiane centomila euro per ogni bambino nato nel 2024 con quei cento miliardi avremmo potuto togliere dalle ambasce economiche un milione di giovani famiglie italiane; inoltre dobbiamo ricordare che sotto il profilo economico i bambini sono da sempre dei moltiplicatori di spesa e, quando saranno più grandi, saranno fucine e creatori di nuovo reddito dall’imprevedibile valore. La questione demografica avrebbe avuto un altro e meno drammatico senso e le tante deficienze dello stato non solo sarebbero svanite nel nulla ma si sarebbe rilanciato l’intero settore dell’infanzia, dagli asili nido privati, agli arredi, all’abbigliamento.

Questo solo per dire che la mentalità statalista alla Draghi (ma comune a tutte le molte vecchie e nuove sinistre e a molte destre) porta l’Italia e l’Occidente nel baratro mentre la mentalità identitaria e liberale può in breve rilanciare la nostra economia e civiltà che poi sono patrimonio dell’intero pianeta.

Anche Bari da vent’anni è ostaggio della stessa imbecillità statalista che ha portato il comune a saccheggiare milioni di metri quadri di terreno agricolo, a edificare costosissime rotatorie e piste ciclabili, a inaugurare inutili piazze e piazzette, a inventarsi posti di vigile urbano e di dirigente comunale e regionale, a comperare i voti, spendere e spandere a tutto vantaggio degli amici vecchi e nuovi e a spese del contribuente di oggi e di domani.

Che immane imbecillità è questo statalismo. Si tratta di un virus terribile che ha deviato milioni di menti e che sta sotterrando la nostra economia. Che si attende a debellarlo?

Canio Trione

link all’articolo originario su Zona Franca

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