Sciatteria, figlia della impunibilità

La telefonata di Giorgia Meloni, scherzosa e fatta con comici russi (Vovan e Lexus), ha scatenato un putiferio nel mondo politico italiano.

Tanto basta per rendersi conto di quanto sia “ridicolo” il nostro Paese.

Su La7, a Otto e Mezzo del 2 novembre scorso, Lexus, pseudonimo del comico russo ideatore e artefice dello scherzo, ha spiegato che, di queste telefonate ne sono state fatte parecchie; perfino al segretario della Nato, Stoltenberg, così come a tanti VIP del mondo politico europeo.

Se siamo curiosi, rivediamo la registrazione della puntata di Otto e Mezzo.

Ma cosa ha detto Lexus a Lilli Gruber che lo intervistava incalzandolo?

Semplicemente ha sostenuto, come era ovvio, che non era disposto a rivelare i retroscena dello scherzo.

E ha aggiunto: “Io direi così, livello di sicurezza media se la paragoniamo con altre persone che hanno retto pagine di storia. L’unica cosa che posso dire della premier è che è una persona viva, ha una sua posizione non ha paura di spiegare quello che pensa, gli altri politici non erano tutti così”.

Dai commenti di Lexus traspare, ancora una volta, la coerenza della premier. Infatti, non traspare alcun imbarazzo per il contenuto della conversazione telefonica dove la Meloni ha ripetuto concetti più volte espressi; fra questi, il concetto ormai notissimo, sulla stanchezza delle opinioni pubbliche europee in relazione al conflitto in Ucraina.

Tuttavia, la bufera nel mondo politico italiano è scattata, quasi come un riflesso condizionato, che è proprio di un sistema partitico che, a corto di una visione del Paese, si diletta nel generare bagarre utile solo per creare conflitti inesistenti, radicalizzazioni, odii reciproci.

Non è emerge, forse, l’immagine di un Paese la cui ragione di vita è il caos?

Di un Paese incapace di equilibrio e di un minimo di analisi critica?

La opposizione si scatena.

Elly Schlein dice: ”Non so se è peggio il fatto che ci siano cascati mostrando una falla sui filtri, o se sia peggio l’arrampicata sugli specchi che tende a minimizzare una cosa che danneggia la credibilità … sembra che i veri comici siano al governo”.

A chi si riferisce? E’ ovvio che l’obiettivo sia la credibilità del governo e della Meloni in particolare.

Ecco il ridicolo: la Schlein non capisce, come tantissimi altri, che la credibilità di un Paese non coincide con la credibilità di una persona ma con quella della comunità civile tutta dove albergano, “insieme, maggioranza, opposizione, società civile”.

Cosa vogliamo dire? Che il vero problema l’ha descritto Lexus: “Io direi così, livello di sicurezza media … “ che intende scarsa, bontà sua.

Non è, certo, pensabile che il governo possa intervenire sui milioni di procedure (fra cui quello della sicurezza), di carattere tipicamente gestionale e operativo, che sono affidati a manager nominati a tal uopo.

Nè è pensabile che le procedure di sicurezza, certificate e testate nel corso degli anni, possano essere rivisitate ad ogni cambio di governo.

Ecco il vero nòcciolo della questione.

La classe dirigente della macchina operativa dello Stato è caratterizzata da sciatteria che non sa distinguere più le priorità e le criticità: tutto viene preso sottogamba.

Ma sapete che dice Treccani sulla sciatteria? I sinonimi sono incuria, negligenza, sciattezza, trasandatezza, trascuratezza, disordine.

Guarda un po’, si parte dalla sciatteria per arrivare al disordine, cioè caos.

E’ del tutto fuorviante che il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani dica: ”una situazione simile “non deve ripetersi mai più”.

O che Elly Schlein a Piazza pulita, su La7 minacci:

“Domani presenteremo una interrogazione parlamentare per chiedere alla presidente Meloni di assicurare che fatti del genere non accadano più”.

O che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, commenti che Meloni aveva “capito subito” che fosse un fake.

Tutte frasi inutili, per molti versi infantili, che accentuano il ridicolo di questo Paese in cui sono coinvolti, guarda caso, sia maggioranza che opposizione; ma, sopratutto il popolo sempre dimenticato e in secondo piano.

Giocano con la credibilità di tutti noi cittadini!

Il fatto è, invero, che i servizi di sicurezza di Palazzo Chigi non hanno saputo fare il loro lavoro. Cosa già strana di per sé.

Quando? Sia nella prima fase dell’evento quando avrebbero dovuto verificare l’autenticità del chiamante; sia nella fase del contatto telefonico successivo, avendo un numero di telefono e il presunto nome del chiamante africano, il presidente dell’Unione africana Moussa Faki.

Ma, soprattutto, dopo, nella seconda fase, quando la notizia dello scherzo è trapelata con addirittura la registrazione della telefonata

Ma quelli sono “servizio di sicurezza” o ragazzini che giocano a guardie e ladri?

Lo scherzo è un conto; ma quello che è avvenuto dopo con la diffusione è demenziale.

Chi aveva interesse a che la cosa si diffondesse?

Chiunque fosse, ha poca importanza.

Quello che conta e che c’è una sola opzione: il licenziamento in tronco dei responsabili perché “responsabili” non sono. Sciatteria e impunibilità non possono andare d’accordo.

La sciatteria è dei manager; il caos che ne deriva è dei manager.

In questo caso, maggioranza e opposizione, INSIEME, debbono fare pulizia drastica su questo “modo di fare dei dipendenti pubblici”.

Non sono stati assunti per giocare ma per servire Paese; e il Paese non è né la maggioranza eletta, e neanche l’opposizione non eletta.

Chi sa se ne hanno consapevolezza: ma tutto fa pensare che sono persone pericolose per la credibilità di noi tutti italiani.

Vediamo cosa succederà o tutto si smorzerà nel nulla senza che si dia un esempio a tanti altri.

Antonio Vox

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