Vi ricordate il Forteto, Val d’Enza, Bibbiano e, ultimamente, altri fattacci simili?

Dopo un primo brevissimo clamore mediatico, non se ne è saputo più nulla: ha preso piede una sorta di omertà mediatica mista ad incredulità; è stato steso uno spesso tappeto di silenzio, forse per risultare ipocritamente puliti.

Centinaia di famiglie si sono viste sottrarre i loro bambini, proprio da quei servizi sociali che dovrebbero tutelarle, con le accuse più vergognose come incapacità d’essere genitori o violenze famigliari.

Bisogna mettersi a spulciare per scoprire che, dopo la revisione dei “fatti di Bibbiano” non ancora conclusa, oltre 500 bambini, oramai segnati per la vita da questa drammatica esperienza, sono stati restituiti alle loro famiglie.

Vi ricordate di Federico Scotta, accusato di satanismo e nefandezze varie nei confronti di sua figlia durante il caso “veleno” della bassa val d’Enza, assolto per non avere commesso il fatto? 

Dopo una reclusione ingiusta di undici anni, la sua è una vita distrutta e, tuttavia, abbandonato dalle istituzioni; ancora oggi non ha avuto il dovuto rimborso.

Nessuna notizia sui media. Molti non sanno chi sia Federico!

E della recente denuncia (inchiesta parlamentare) di FDI di problemi analoghi in Piemonte nei quali si riscontrano “anomalie” su almeno il 75% degli affidi di minori tolti alle famiglie, vi ricordate? Il silenzio più totale: è come se la denuncia non fosse mai esistita!

Eppure, sono queste le vicende, indegne per un Paese civile, che descrivono la realtà della Società, la sua degenerazione etica e morale. Incomprensibilmente, i media (giornali, TV, talk show, …) stendono il solito ipocrita “velo pietoso”. Mentre, per molto meno, questi media suonano la grancassa.

Ma a che gioco giocano i media? Ma dove sono i colpevoli? In che modo e in che misura sono sanzionati? Qui non si è in presenza di semplici disfunzioni della Amministrazione Pubblica; qui si è in presenza di pratiche aberranti che offendono la Costituzione che, a parole, tutti difendono.

L’articolo 2 della Costituzione Italiana sancisce l’ordinarietà dei diritti inviolabili dell’uomo; diritti che tutti conosciamo e che sono assoluti, irrinunciabili, inalienabili e indisponibili; lo stesso articolo sancisce, inoltre, il principio solidarista, descritto come un “dovere” di Stato.

Infatti, da quei diritti inviolabili, concetti così ben espressi dalla nostra Costituzione, consegue il preciso dovere di uno Stato alla tutela dei deboli e dei disagiati che, purtroppo, sono in aumento nel nostro Paese, non solo per motivi economici.

Eppure, quel preciso dovere costituzionale è soffocato da discutibili e inappellabili interpretazioni normative, con l’alibi della burocrazia, chiaramente basate su pregiudizi e qualche volta “ad usum delphini”.

È urgente e ineludibile una riforma strutturale della P.A..

Pensate che l’area dei derelitti, deboli e disagiati, è addirittura triplicata negli ultimi quindici anni (nel periodo 2005-2020, sotto la soglia di povertà, da 1.9 Mln a 5.6 Mln). Una ultima speranza è riposta, anche se in forma dubitativa, viste le continue delusioni collezionate, nel PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, meglio conosciuto come Recovery Plan.

Il PNRR appunto, per lo più prestito agevolato, ci darà € 68.6 Mld per la “transizione ecologica”, € 31.4 Mld per le infrastrutture, € 31.9 Mld per “cultura e ricerca”, € 22.4 Mld per “Inclusione e Coesione” e, finalmente, € 18.5 Mld per la Salute.

In pratica, per la Salute, la cifra complessiva disponibile è pari a quella che i nostri ineffabili Primi Ministri (da Prodi a Monti e da Berlusconi a Renzi) hanno tagliato negli ultimi 15 anni, su esplicito “invito” della stessa EU, distruggendo il nostro, un tempo invidiato, Sistema Sanitario Nazionale.

Qui, però, poniamo l’attenzione sulla penultima voce, “Inclusione e Coesione”, che comprende anche il rafforzamento dei servizi sociali.

È una opportunità per riportare realmente il nostro Sistema Sociale a riprendersi la efficacia che compete a una Nazione civile che rispetti la dignità dei suoi cittadini. È appena il caso di ricordare che il denaro è solo lo strumento; ed è molto appetibile per bocche voraci.

Alla gestione del denaro si aggiunga anche il problema del Disegno programmatico, visto che l’Italia ha già dato mostra di non avere idea di una qualunque strategia di sviluppo: ad esempio, dei Fondi Strutturali europei disponibili, si è utilizzato appena il 38%.

Sarà necessaria tutta la attenzione possibile dei cittadini per monitorare capillarmente la politica e i suoi rappresentanti.

Per questo, saranno indispensabili i MEDIA, che dovranno dimenticare ogni partigianeria e che, purtroppo, negli ultimi decenni, hanno perso la vocazione primaria dell’informazione sacrificandola alle opinioni che ricercano, per lo più, la benevolenza politica.

Massimo Gardelli

Sistema Paese – Economia Reale & Società Civile

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