FAQ

“SISTEMA PAESE”, Economia Reale & Società Civile

  1. Perché avete costituito una Associazione Politica?
    Abbiamo costituito una Associazione politica perché non
    ci riconosciamo nei Partiti Politici tradizionali, i quali
    appaiono, oggettivamente, in stato confusionale; sono
    incapaci di definire quale debba essere il futuro del
    Paese che, intanto, versa in uno stato civile e politico,
    economico e sociale, etico e morale, altamente
    degenerato senza che si possa immaginare un percorso
    d’uscita dalla caduta a vite.
  2. Come mai i Partiti Politici sono in questo stato
    confusionale?
    Perché sono, a diversi livelli d’intensità, in crisi
    d’identità.
    Quando una persona non sa chi sia, allora vaga senza
    meta, ondivaga.
    È ciò che accade a tutti i Partiti, in primis il PD e i 5S
    che sono indaffarati, affannosamente, nella ricerca della
    propria identità. Il primo, il PD, non riesce a ricollocarsi
    politicamente sin dai tempi della caduta del muro di
    Berlino; il secondo, i 5S, dopo aver assaggiato il miele
    del potere, si illude di trasformarsi da forza
    “antisistema” a forza “liberale e moderata”, senza
    sapere, peraltro, cosa significhi.
    Quando manca la prospettiva politica, ci si rifugia nella
    burocrazia del metodo. Questo è quello che sta
    succedendo in Italia governata da forze politiche che
    non rappresentano più il Paese. È sintomatico che il
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    popolo debba pagare il travaglio esistenziale delle forze
    che lo governano: dovrebbe, al più, pagare loro lo
    psichiatra.
  3. Come mai i Partiti sono in crisi d’identità?
    Perché le ideologie di riferimento, costruite dall’uomo
    nei secoli ‘800 e ‘900, funzionali a particolari momenti
    storici, sono ormai obsolete.
    Non sono più adatte a interpretare la società civile che
    oggi è globalizzata pur essendo identitaria; sono del
    tutto incapaci, pur semplicemente, ad immaginare un
    modello di Società che ha accelerato le proprie
    dinamiche; sono arroccate a livelli culturali non
    all’altezza dell’odierno sistema umano che è complesso
    e integrato.
    Infatti, in crisi sono tutte le espressioni sociopolitiche:
    dai partiti ai sindacati, dal modello sociale alle strutture
    organizzative, dall’etica alla morale.
  4. Quindi? Come si interrompe questo tragico
    avvitamento?
    Il primo passo, che è poi il punto qualificante, è che
    bisogna partire dal prendere atto e acquisire la
    consapevolezza che le suddette ideologie sono obsolete
    evitando di rimanere ancorati ad un passato che non c’è
    più.
    Il permanere delle vecchie e obsolete impostazioni non
    fa che alimentare pretestuosi e inutili conflitti su temi
    che hanno perduto ogni validità pratica e che,
    addirittura, non hanno più diritto di cittadinanza. Tutto
    diventa fumoso e caotico e, nel caos, vige solo il
    sentimento dell’astio e la ricerca del potere.
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    Questo ineludibile primo passo fornisce la spinta verso
    una “terza via” capace di disegnare il Paese per l’oggi
    e per le generazioni future.
  5. Come si fa a trovare questa fantomatica “terza via”?
    Cancellate le ideologie classificate convenzionalmente di
    destra e di sinistra; considerato che il centro è privo
    d’ideologie politiche ma è governato dal teorema dei
    “due forni” origine della “cultura del compromesso”;
    allora, per recuperare una idealità, bisogna ritornare
    alle origini dell’uomo.
    L’uomo è caratterizzato, sin dalla nascita, in ogni tempo
    e in ogni luogo, da tre principi: Identità, Libertà,
    Centralità della Persona (Dignità).
    Questi tre principi sono gli assiomi di ogni iniziativa di
    governo della Società Civile: sono i paradigmi con cui
    classificare la qualità delle politiche e dei programmi.
  6. Facciamo un esempio?
    Quando almeno due persone si incontrano nasce una
    comunità di persone.
    Ogni comunità ha bisogno di “regole di convivenza” e,
    quindi, di un legislatore e di un tutore.
    Se tali regole debbono regolare una comunità di
    persone, allora non possono che “rispettare la persona”.
    Il “rispetto della persona” significa applicare i tre
    assiomi che, insieme, costituiscono le sfaccettature del
    sistema che rappresenta la Società Civile.
    Insieme, i tre paradigmi, costruiscono l’Equilibrio del
    Sistema Paese: la Società Civile è un sistema
    complesso, integrato, sinergico dove il “battito d’ala di
    una farfalla a Oriente potrebbe generare un urgano ad
    Occidente”.
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    la Politica deve modellare il futuro di questo sistema e
    gestirne il presente, garantendo, con occhi attento,
    l’Equilibrio per evitare che forze disgregatrici, non
    equilibrate, conducano al terremoto degenerativo che,
    oggi, osserviamo.
    Gestire un sistema complesso appare non essere alla
    portata di politici “vecchio stile”.
  7. Come si fa, da qui, a procedere verso una adeguata
    pianificazione politica?
    Cambiare i paradigmi: significa cambiare i punti di
    riferimento, il punto di vista. È una rivoluzione culturale,
    come quella copernicana, dove il semplice, e allo stesso
    tempo difficile, cambio di visuale, dal geocentrismo
    all’eliocentrismo, ha significato una revisione profonda
    di carattere sociale, strutturale, economico, religioso
    che ha coinvolto tutti i fattori della comunità; dall’arte
    alla scienza, dal feudalesimo alla democrazia,
    dall’oscurantismo al rinascimento.
    E’, infatti, prima che una battaglia politica, un
    rinnovamento culturale.
  8. È possibile fare un esempio pratico?
    Come cambiamento paradigmatico, facciamo l’esempio
    del “lavoro” che è la dichiarata priorità per ogni politico
    e per ogni partito, la pietra miliare da cui partire.
    Domandiamoci: si è fatto qualche passo avanti?
    La risposta è una sola: NO.
    Come mai? Ve l’immaginate lo Stato, tutto norme e
    burocrazia, a gestire una PMI? Impossibile!
    Eppure, lo Stato dovrebbe sapere che il 93% del tessuto
    produttivo del Paese è costituito da PMI. Che senso,
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    allora, ha il martoriare le PMI e colpevolizzarle come
    evasori seriali?
    Lo Stato, per creare lavoro, ha tre possibilità: la prima
    è assumere, il che poi significa aumentare i costi a spese
    della economia reale (un cane che si morde la coda); la
    seconda è costituire “large enterprises” investendo lì
    dove il privato non può. Il che significa incrementare lo
    spessore del settore “di mezzo” ma anche avere una
    progettualità per il Paese; la terza è promuovere lavori
    pubblici che hanno come corollario la TEMPORANEITA’
    della occupazione. Infatti, finiti i lavori rimane sempre il
    problema.
    Allora? È necessario cambiare i punti di riferimento,
    capovolgendo il punto di vita.
    Il lavoro non è la pietra miliare di partenza ma quella di
    arrivo. In sostanza, per creare lavoro è necessario
    generare le condizioni favorevoli agli investimenti
    privati. Si apre così un panorama del tutto nuovo e si
    comincia a capire cosa sia necessario fare come potere
    legislativo.
    Non si parlerà più di “creare lavoro” ma come creare le
    condizioni favorevoli agli investimenti privati.
  9. Come si chiama la vostra Associazione?
    Si chiama “SISTEMA PAESE”. Sistema, perché si vuole
    traguardare la Società Civile come un “sistema
    complesso, integrato e sinergico”; Paese, perché si vuol
    fare riferimento alla “Identità” come principale fattore
    di sviluppo. Per fare un esempio, la Germania è un
    sistema economico sociale ben diverso dall’Italia, e
    l’uno non può mescolarsi con l’altro: i fattori di sviluppo
    non possono che essere diversi; è necessario quindi
    tenerne conto quando si progettano modelli di sviluppo.
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  10. Come opera “Sistema Paese”?
    La Associazione opera in conformità della propria
    Costituzione della quale la prima parte (Manifesto dei
    Principi) descrive i paradigmi essenziali, i tre citati
    principi; la seconda parte (Statuto) descrive la struttura
    organizzativa e le regole del funzionamento ben
    collegate al Manifesto dei Principi.
    Lo Statuto, infatti, è diretta applicazione dei principi
    citati.
    Il Disegno Politico per il Paese è demandato al
    Parlamento della Associazione (detto Consiglio
    Nazionale), organizzato in Think Tank tematici cui
    partecipano propositivamente tutti gli iscritti ma anche
    expertises esterne. Le proposte dei Think Tank, quando
    accolte dal Consiglio e integrate fra loro, diventano la
    proposta politica della Associazione.
  11. Ma, allora, vi proponete come forza di governo?
    Certo, a che servirebbe un Disegno per il Paese se non
    fosse destinato ad essere realizzato? Ma, sappiamo fare
    anche Opposizione.
  12. In che senso sapete fare Opposizione
    L’Opposizione la pensiamo come critica costruttiva alle idee
    e alle iniziative del governo, evidenziando eventuali
    infattibilità e dimostrando l’erroneità del punto di vista
    adottato. Giammai come critica alle persone.
    Inoltre, vogliamo combattere fake news o pervasive
    comunicazioni che impediscono al popolo di “vederci chiaro”.
    Molto spesso certe comunicazioni, assunte senza risparmio
    dai “media dell’agglomerato”, propongono slogan
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